Perché si dice “mandare a Patrasso”

mandare a Patrasso

Mandare a Patrasso non è certamente una espressione molto usata nella lingua italiana, ma possiamo senz’altro affermare che ha un significato particolare. Patrasso è una città greca ma in questa espressione non c’entra la geografia. Parliamo piuttosto di un evento storico: la sconfitta della Repubblica di Venezia contro l’impero degli Ottomani nella battaglia che si tenne in questa città. L’espressione mandare a Patrasso rievoca infatti questo evento e viene di conseguenza utilizzata con lo stesso significato di mandare in rovina.

Perché si dice “buttarsi a capofitto”

Buttarsi a capofitto è una espressione che viene usata per descrivere situazioni in cui ci si impegna totalmente per raggiungere un obiettivo o per svolgere un compito o lavoro. La spiegazione va ricercata nell’immagine di una persona che si è lanciata con la testa (capo) protesa verso il basso tanto da infilarsi dentro qualcosa (fitto). L’idea del buttarsi in questo modo piuttosto pericoloso spiega la determinazione e voglia della persona nel portare a compimento questa azione.

Perché si dice “mettere il fieno in cascina”

mettere il fieno in cascina

Mettere il fieno in cascina è una espressione che si usa per descrivere una serie di attività che ci consente di prepararci adeguatamente in previsione di necessità future o di imprevisti. In Italia la cascina è un edificio adibito a fienile. Qui il fieno viene raccolto e stoccato per essere utilizzato come cibo per le mucche nei mesi successivi.

Perché si dice “scrivere in stampatello”

Scrivere in stampatello può sembrare una espressione non da Perché si dice, ma se ci pensate bene è proprio uno di quei modi di dire che si usano imparandolo cosi come ci viene insegnato e senza ragionarci troppo su. In effetti, cosa significa in questo caso stampatello? E’ presto detto: lo stampatello è un particolare carattere di scrittura, in questo caso manuale, che ricalca le forme dei caratteri usati tipicamente nella carta stampata come giornali e riviste .

Perché si dice “senza ombra di dubbio”

senza ombra di dubbio

Senza ombra di dubbio è un modo di dire molto comune. Lo usiamo quando vogliamo sottolineare la certezza di una affermazione, con frasi come “lo dico senza ombra di dubbio”. Ovviamente in questo caso il significato di ombra non è quello a cui siamo abituati. Non è un discorso legato alla presenza di una zona più scura perché non illuminata dal sole. Infatti usiamo questa parola per indicare una quantità irrisoria, quasi nulla, per evidenziare che non c’è proprio alcun dubbio in proposito.

Perché si dice “convitato di pietra”

convitato di pietra

Il convitato di pietra è una espressione che si trova spesso nella terminologia giornalistica. Viene usata per descrivere una presenza invisibile ed inquietante, di cui tutti sono a conoscenza ma nessuno nomina per paura. Può essere anche una situazione spiacevole da affrontare. L’origine di questa espressione è piuttosto particolare. Viene infatti citata per la prima volta in un’opera teatrale, “L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra“. Nella storia, il convitato di pietra è una statua, fatta quindi di pietra, che si presenta ad un appuntamento con il protagonista, Don Giovanni, dopo un suo invito. Convitato, infatti, è l’invitato che prende parte ad un pranzo.

Perché si dice “costume adamìtico”

costume adamìtico

Il costume adamìtico non è un costume da sfoggiare in spiaggia o in piscina, a meno ché non si tratti di luoghi adibiti al nudismo. Questa espressione infatti non indica un abito da indossare ma di essere totalmente nudi. Il motivo è chiaramente legato al significato di adamìtico, aggettivo che significa “di Adamo”. Stiamo parlando di Adamo, il primo uomo creato direttamente da Dio, secondo il libro della Genesi. Egli fu creato nudo, e tale rimase fintanto ché soggiornò nell’Eden. Solo dopo essere stato cacciato insieme ad Eva iniziò a vestirsi. Tipicamente l’espressione costume adamìtico viene usata in termini scherzosi.

Perché si dice “cartina tornasole”

cartina tornasole

Una cartina tornasole è un tipo di carta assorbente trattata in modo tale da poter essere utilizzata in chimica per individuare se una soluzione con cui entra in contatto sia acida o basica. Infatti, dopo il contatto diventa rossa, in caso di acidità, o azzurra, in caso di basicità. L’aspetto importante di questo procedimento è quello di rendere evidente questa specifica situazione. Questa espressione è usata anche nel linguaggio comune quando vogliamo descrivere un evento che ha reso evidente una verità, che non può quindi essere confutata ed è pubblicamente nota.

Perché si dice “andare a ramengo”

andare a ramengo

Andare a ramengo è un modo di dire che si usa per descrivere una situazione in cui un progetto non ha avuto una conclusione positiva. E’ stato ad esempio abbandonato e non più seguito arenandosi definitivamente. La parola ramengo deriva da ramingo, che sappiamo essere una persona che vaga senza una meta precisa, spostandosi di luogo in luogo senza fermarsi. Andare a ramengo infatti equivale a non avere una direzione, uno scopo preciso. Di conseguenza non si raggiunge alcun obiettivo prefissato. La variante mandare a ramengo si usa come forma di cattivo augurio verso una persona.

Perché si dice “in linea d’aria”

linea-d'aria

In linea d’aria è una espressione usata per descrivere la distanza tra due punti. La spiegazione è piuttosto semplice. Immaginiamo di visualizzare una mappa geografica e di segnare i due punti di cui vogliamo calcolare la distanza. La linea d’aria è rappresentata dalla riga che congiunge i due punti. Si tratta quindi della distanza geometrica minore possibile. Questa ovviamente non equivale alla distanza percorsa seguendo le strade che collegano il punto di partenza con il punto di arrivo, come ci suggerirebbe un navigatore. Equivale ad immaginare di misurare la distanza in aria, dove non ci sono ostacoli fisici che si frappongono tra i due estremi.