Perché si dice ” maggioranza bulgara”

risultato bulgaro

Con l’espressione maggioranza bulgara si vuole indicare una situazione caratterizzata da una maggioranza assoluta di consensi. L’espressione è utilizzata dal giornalismo italiano principalmente nel campo politico. Si tratta  di una maggioranza raggiunta in una società non democratica e quindi che non rispecchia la volontà della popolazione. L’aggettivo bulgaro proviene dalla situazione politica della Bulgaria quando questo stato era uno stretto alleato dell’Unione Sovietica, contraddistinto dalla presenza della dittatura e da un dibattito interno nullo. In Italia l’espressione viene utilizzata anche in senso ironico, quando la maggioranza incappa in un fallimento particolarmente clamoroso.

Perché si dice “andare a Canossa”

andare a canossa

Andare a Canossa è un modo dire molto particolare, che si riconduce ad un evento storico realmente accaduto. Viene utilizzato tipicamente per descrivere situazioni in cui ci si umilia volontariamente dinanzi ad un’altra persona per riconoscerne la superiorità o per ammettere di essere dalla parte del torto. Canossa è un piccolo centro in provincia di Reggio Emilia in cui Enrico IV di Franconia, imperatore del Sacro Romano Impero, si recò insieme alla moglie Berta per chiedere il perdono a Papa Gregorio VII ed ottenere la revoca della scomunica.

L’espressione andare a Canossa fu utilizzata anche da Otto von Bismarck, cancelliere tedesco, nella storica frase “noi non andremo a Canossa, né con il corpo né con lo spirito”, con cui affermò che non sarebbero state accettate ingerenze esterne sulle decisioni del Reich.

Perché si dice rivoluzione copernicana?

rivoluzione copernicana

Rivoluzione copernicana è una espressione che si usa per descrivere eventi, scoperte o invenzioni che lasciano il segno nella storia a causa del loro impatto sociale o scientifico. Niccolò Copernico fu un celebre astronomo polacco che nel 1400 riuscì a dimostrare scientificamente che non era il Sole a ruotare intorno alla Terra, ma la Terra a ruotare intorno al Sole. Fu chiaramente un evento di rilevanza mondiale, in quanto stravolse il punto di vista fino ad allora sostenuto dagli studiosi. In tal senso si parlò quindi di rivoluzione copernicana.

Perché si dice “concedere l’onore delle armi”

Concedere l’onore delle armi è un modo di dire che si usa quando si vuole dimostrare considerazione e rispetto per un avversario che è stato sconfitto pur battendosi con ardore e sprezzo del pericolo. Oggi viene usato tipicamente in ambito sportivo, ma ha origine militare: infatti era un riconoscimento che l’esercito vincitore dava a quello sconfitto per aver combattuto strenuamente. Gli sconfitti venivano lasciati andare via dal campo di battaglia la bandiera sventolante circondati dall’esercito vincitore.

Durante la Prima guerra mondiale, vennero concessi gli onori delle armi alla Brigata Bologna per la strenua difesa del Monte Ragogna per proteggere la ritirata delle truppe italiane.

Perché si dice “arrivare di soppiatto”

arrivare di soppiatto

Arrivare di soppiatto è un modo di dire che si usa per indicare quando una persona arriva in un luogo silenziosamente e di nascosto, senza che gli altri si accorgano del suo avvicinamento. Il significato deriva dal termine piatto nel senso di appiattito, schiacciato per terra, che sta ad indicare appunto il fatto che si cerca di fare in modo di non essere visto da qualcuno mentre ci si reca in un posto. Un comportamento tipico dei gatti quando sono alla caccia di una preda è proprio quello di avvicinarsi silenziosamente e lentamente schiacciando il corpo verso il basso per essere meno visibili.

Perché si dice “avere le palle girate”

L’espressione, avere le palle girate, si usa quando si è parecchio infastiditi, annoiati a causa di altre persone, situazioni o motivi personali. In genere quando le persone si trovano in questa condizione sono abbastanza irascibili e quindi è meglio stare alla larga. L’origine di questo modo di dire è militare e proviene dalla Grande Guerra.  Girare le palle, proiettili sferici, era un pratica che consisteva nel rimontare il bossolo capovolto affinché la ferita provocata potesse essere più dannosa e quindi letale. Questo uso dei proiettili era proibito e i soldati che lo utilizzavano erano considerati i più meschini dai quali prendere le distanze.

Perché si dice “giornata campale”

giornata campale

Una giornata campale è un giorno in cui avvengono una serie di eventi piuttosto intensi dal punto di vista emotivo o durante la quale svolgiamo una serie di attività piuttosto difficoltose da affrontare, dal punto di vista fisico o psicologico. Il termine campale si riferisce a campo, e possiamo immaginare che il collegamento con la difficoltà di affrontare la giornata sia legato alla durezza del lavoro sui campi.

Si trovano anche altri modi di dire simili, come ad esempio battaglia campale, riferito ovviamente ad un episodio di guerra che è rimasto nella storia per la sua durezza ed i suoi esiti, oltre ché probabilmente anche per il numero di vittime e feriti alla fine degli scontri. Durante la Grande Guerra ci sono stati sicuramente episodi simili.

 

Perché si dice “battesimo del fuoco”

battesimo del fuoco

Per battesimo del fuoco si intende un evento particolarmente significativo o difficile da affrontare a cui partecipiamo per la prima volta, e a cui dovremo verosimilmente partecipare nuovamente in futuro. La spiegazione di questo modo di dire la troviamo nel gergo militare, come poteva essere quello usato nella Grande Guerra, in cui per tutti i soldati c’era sempre una prima esperienza di combattimento.

Perché si dice “arrivare sul filo di lana”

arrivare sul filo di lana

Arrivare sul filo di lana è una espressione che usiamo per indicare che abbiamo terminato una attività poco prima di una scadenza temporale, o che siamo arrivati ad un evento poco prima del suo inizio. Questo modo di dire è collegato al mondo dell’atletica leggera, e nello specifico alla corsa. Un filo di lana era infatti usato per individuare il vincitore della gara nel caso di dubbi dovuti all’arrivo ravvicinato di due o più atleti sulla linea del traguardo, con conseguente dubbio su chi ha effettivamente vinto la gara. Veniva teso da un capo all’altro della pista di atletica, e si spezzava in corrispondenza della corsia in cui passava l’atleta vincitore.

A proposito di fili: sapete perché si dice dare del filo da torcere?