Perché si dice “convitato di pietra”

convitato di pietra

Il convitato di pietra è una espressione che si trova spesso nella terminologia giornalistica. Viene usata per descrivere una presenza invisibile ed inquietante, di cui tutti sono a conoscenza ma nessuno nomina per paura. Può essere anche una situazione spiacevole da affrontare. L’origine di questa espressione è piuttosto particolare. Viene infatti citata per la prima volta in un’opera teatrale, “L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra“. Nella storia, il convitato di pietra è una statua, fatta quindi di pietra, che si presenta ad un appuntamento con il protagonista, Don Giovanni, dopo un suo invito. Convitato, infatti, è l’invitato che prende parte ad un pranzo.

Perché si dice “costume adamìtico”

costume adamìtico

Il costume adamìtico non è un costume da sfoggiare in spiaggia o in piscina, a meno ché non si tratti di luoghi adibiti al nudismo. Questa espressione infatti non indica un abito da indossare ma di essere totalmente nudi. Il motivo è chiaramente legato al significato di adamìtico, aggettivo che significa “di Adamo”. Stiamo parlando di Adamo, il primo uomo creato direttamente da Dio, secondo il libro della Genesi. Egli fu creato nudo, e tale rimase fintanto ché soggiornò nell’Eden. Solo dopo essere stato cacciato insieme ad Eva iniziò a vestirsi. Tipicamente l’espressione costume adamìtico viene usata in termini scherzosi.

Perché si dice “essere male in arnese”

essere male in arnese

Essere male in arnese è una espressione che si usa quando si vuole descrivere una persona che vive in condizioni di ristrettezze economiche. Si usa più raramente per indicare qualcuno che sta effettuando una attività senza però avere strumenti e possibilità all’altezza della situazione. Arnese è un termine che ha origine dal francese, e ha originariamente il significato d armatura. Si riferisce quindi al equipaggiamento dei cavalieri. Questo aveva conseguenze dirette sul livello di protezione nel caso di colpi subiti durante uno scontro.

Perché si dice “vecchio adagio”

vecchio adagio

Vecchio adagio è una espressione che si usa per descrivere modi di dire e proverbi. Spesso queste espressioni fanno parte della saggezza popolare. Venivano infatti utilizzate in passato, cosi come nel linguaggio comune. Sappiamo che il termine “adagio” in italiano viene usato come avverbio per indicare lentezza. In questo caso però l’origine è differente. Deriva infatti dal latino, e il significato originario è “dire”. Stiamo appunto ripetendo un vecchio detto, un adagio.

Perché si dice “cartina tornasole”

cartina tornasole

Una cartina tornasole è un tipo di carta assorbente trattata in modo tale da poter essere utilizzata in chimica per individuare se una soluzione con cui entra in contatto sia acida o basica. Infatti, dopo il contatto diventa rossa, in caso di acidità, o azzurra, in caso di basicità. L’aspetto importante di questo procedimento è quello di rendere evidente questa specifica situazione. Questa espressione è usata anche nel linguaggio comune quando vogliamo descrivere un evento che ha reso evidente una verità, che non può quindi essere confutata ed è pubblicamente nota.

Perché si dice “notte di tregenda”

notte di tregenda

Notte di tregenda è una espressione molto particolare usata per descrivere una notte particolarmente cupa dal punto di vista meteorologico o una notte durante la quale si sono verificati eventi che ci hanno scotto o colpito negativamente. Il termine tregenda ha origine latina, e significa passaggio. Nello specifico, esistono leggende dei popoli nordici che descrivono con questa espressione il passaggio di streghe nei boschi per i loro incontri notturni, che avevano lo scopo di preparare malefici con l’utilizzo della magia nera.

Perché si dice “andare a ramengo”

andare a ramengo

Andare a ramengo è un modo di dire che si usa per descrivere una situazione in cui un progetto non ha avuto una conclusione positiva. E’ stato ad esempio abbandonato e non più seguito arenandosi definitivamente. La parola ramengo deriva da ramingo, che sappiamo essere una persona che vaga senza una meta precisa, spostandosi di luogo in luogo senza fermarsi. Andare a ramengo infatti equivale a non avere una direzione, uno scopo preciso. Di conseguenza non si raggiunge alcun obiettivo prefissato. La variante mandare a ramengo si usa come forma di cattivo augurio verso una persona.

Perché si dice “in linea d’aria”

linea-d'aria

In linea d’aria è una espressione usata per descrivere la distanza tra due punti. La spiegazione è piuttosto semplice. Immaginiamo di visualizzare una mappa geografica e di segnare i due punti di cui vogliamo calcolare la distanza. La linea d’aria è rappresentata dalla riga che congiunge i due punti. Si tratta quindi della distanza geometrica minore possibile. Questa ovviamente non equivale alla distanza percorsa seguendo le strade che collegano il punto di partenza con il punto di arrivo, come ci suggerirebbe un navigatore. Equivale ad immaginare di misurare la distanza in aria, dove non ci sono ostacoli fisici che si frappongono tra i due estremi.

Perché si dice ” maggioranza bulgara”

risultato bulgaro

Con l’espressione maggioranza bulgara si vuole indicare una situazione caratterizzata da una maggioranza assoluta di consensi. L’espressione è utilizzata dal giornalismo italiano principalmente nel campo politico. Si tratta  di una maggioranza raggiunta in una società non democratica e quindi che non rispecchia la volontà della popolazione. L’aggettivo bulgaro proviene dalla situazione politica della Bulgaria quando questo stato era uno stretto alleato dell’Unione Sovietica, contraddistinto dalla presenza della dittatura e da un dibattito interno nullo. In Italia l’espressione viene utilizzata anche in senso ironico, quando la maggioranza incappa in un fallimento particolarmente clamoroso.

Perché si dice “essere felice come una Pasqua”

pasqua

L’ espressione essere felice come una Pasqua sta a significare che una persona è molto felice e gioiosa. Questo modo di dire deriva appunto dalla festa cristiana della Pasqua, che, nonostante sia preceduta da un periodo di digiuno e astinenza, rappresenta la gioia della rinascita e la vittoria della vita, celebrando la risurrezione di Gesù dopo tre giorni dalla sua morte. Il termine Pasqua ha nella sua forma originaria greca e ebraica il significato di “passare”.